Gli ematomi spontanei sono molto frequenti nelle donne

Ematomi spontanei su gambe e braccia: tutto quello che devi sapere

Le pazienti che lamentano ematomi spontanei sulle gambe e sulle braccia sono numerose. Anche nella mia esperienza questo riscontro è frequente. Questi lividi compaiono tra l’altro senza alcun trauma apparente.

Gli ematomi spontanei sono un fenomeno poco studiato e le pazienti stesse si chiedono se sia normale oppure no riscontrare questi lividi. Anche per lo specialista è difficile dare una risposta a questa domanda. Spesso, infatti, non si sa se andare a fondo oppure semplicemente rassicurare la paziente.
Di certo il problema è tipicamente femminile ed è importante capire quando va approfondito.

Ci sono dei segnali per capire quando gli ematomi spontanei sono patologici? In quali situazioni invece puoi stare tranquilla?

In questo articolo cercherò di approfondire questo problema e darti tutte le risposte a queste domande.

Ematomi spontanei: di cosa si tratta?

Questo fenomeno è stato poco indagato in letteratura. Gli studi presenti, infatti, sono piuttosto vecchi e risalgono agli anni ottanta e novanta. Di recente non ci sono ricerche degne di nota su questo problema, che resta oggetto di di controversia.

Gli ematomi spontanei sono stati studiati già nel lontano 1984 in un interessante articolo. Un medico canadese, la dottoressa Bernardette Garvey, ha voluto indagare questo fenomeno riportando la sua esperienza di medico di famiglia.

Secondo la sua casistica, ben il 30% delle donne lamenta la presenza di ematomi spontanei. Questo riscontro avviene soprattutto d’estate quando braccia e gambe sono più spesso scoperte.

La maggior parte delle pazienti segnala questo problema perché lo vive come disagio estetico. Alcune altre, invece, sono preoccupate che ci sia un problema di salute. C’è da dire comunque che queste pazienti erano per lo più sane, senza malattie degne di nota.

Ma allora perché si formano questi ematomi?

Nella gran parte dei casi non c’è una causa apparente. Ci sono invece altre situazioni in cui c’è una malattia sottostante.
Vediamo queste due situazioni più nel dettaglio per capire quando è il caso di insospettirsi.

Ematomi spontanei senza causa apparente

Questo fenomeno è stato chiamato in passato “purpura simplex”.

Nella “purpura simplex” gli ematomi spontanei si osservano in persone sane, tipicamente giovani donne tra i 15 e i 30 anni. Non ci sono altri segni di sanguinamento e a volte gli ematomi si intensificano nel periodo mestruale. Inoltre, spesso c’è una storia familiare positiva negli individui di sesso femminile (mamma, zie, nonne).

Gli ematomi spontanei senza causa apparente si osservano più spesso su braccia, cosce e glutei. Hanno dimensioni modeste (di solito il diametro è al massimo di 4-5 cm) e spesso sono conseguenti a traumi molto lievi che la paziente nemmeno ricorda.

In queste donne non si riscontrano alterazioni della coagulazione e non c’è rischio di aumentato sanguinamento qualora dovessero sottoporsi a un intervento chirurgico. Questa condizione non è progressiva e rappresenta per lo più un problema estetico, ma comunque non banale.

Le cause non sono note.
Sono state ipotizzate alterazioni della parete vascolare, che diventerebbe meno resistente a causa degli ormoni sessuali femminili. Secondo uno studio del 1992, infatti, il numero di maschi affetti era nettamente inferiore a quello delle donne. Inoltre, nelle donne gli ematomi erano mediamente più grandi rispetto a quelli degli uomini.
Sempre in questo studio si è osservata una associazione tra fumo e presenza di ematomi. Tuttavia, siccome non c’era rilevanza statistica, non possiamo ipotizzare che ci sia un nesso di causa-effetto.

Un esempio di ematoma spontaneo sulla coscia

Un altro studio un po’ datato ha messo in luce risultati interessanti.
Un insieme di 75 donne con ematomi spontanei è stato suddiviso in due gruppi in base a come funzionavano le piastrine. Nel gruppo 1 le pazienti avevano un normale funzionamento delle piastrine, nel gruppo 2 un funzionamento anomalo.
In entrambi i gruppi i valori della coagulazione del sangue erano normali.

Nel gruppo 1, quello in cui le piastrine funzionavano normalmente, c’è stato un curioso riscontro. Nel 60% di queste pazienti il numero dei megacariociti era più alto del normale.
Cosa sono i megacariociti?
Si tratta le cellule precursori delle piastrine, potremmo dire i loro progenitori. Questo riscontro correlava in alcuni casi anche con la presenza di anticorpi diretti proprio contro le piastrine.

Come possiamo interpretare questi dati?

Le spiegazioni possibili sono due.

La prima presuppone che ci sia una alterazione vascolare come prima causa (il che spiegherebbe gli ematomi spontanei).
Di conseguenza, gli anticorpi dell’organismo si sensibilizzerebbero alle molecole precedentemente protette dall’integrità dei vasi sanguigni. Questi auto-anticorpi reagirebbero anche contro le piastrine, che quindi tenderebbero ad abbassarsi. Il loro numero, però, verrebbe mantenuto entro i valori normali grazie a un incremento della produzione dei precursori, i megacariociti appunto. Ciò spiegherebbe come mai la loro percentuale era più alta.

La seconda ipotesi identifica negli auto-anticorpi l’alterazione iniziale. Queste molecole, prodotte in modo anomalo, sarebbero capaci di colpire sia per le piastrine sia le cellule dei vasi sanguigni, che quindi verrebbero danneggiati. Ciò renderebbe più facile lo sviluppo di ematomi.

Secondo questa interpretazione, la “purpura simplex” farebbe parte di un gruppo più ampio di malattie auto-immuni che distruggono le piastrine, e ne rappresenterebbe una forma più “leggera”.

Ematomi spontanei con malattia sottostante

Vediamo ora quali sono le malattie che possono associarsi alla presenza di ematomi.

Alterazioni delle piastrine

La situazione più frequente è un calo del numero delle piastrine. Si parla in questo caso di piastrinopenia. A cosa servono le piastrine? Sono fondamentali perché tappano eventuali rotture dei vasi sanguigni,evitando le emorragie.

Perché le piastrine diminuiscono?
Può succedere perché ne vengono prodotte di meno oppure perché vengono distrutte più velocemente (questa è la situazione più comune).

Ma in che modo vengono distrutte più rapidamente?
La causa più frequente è di tipo auto-immune, cioè l’organismo produce anticorpi che attaccano proprio le piastrine. Questo può avvenire senza cause apparenti oppure dopo infezioni, assunzione di farmaci o in associazione ad altre malattie auto-immuni.
Spesso il problema si scatena dopo la gravidanza.

Quando le piastrine sono particolarmente basse, gli ematomi hanno caratteristiche ben precise. Si chiamano in questo caso petecchie.

Un esempio di petecchie

Le petecchie sono delle vere e proprie emorragie cutanee che hanno l’aspetto di piccole macchie piatte e puntiformi. Il colore può essere rosso, violaceo o marrone. Spesso somigliano a un’eruzione cutanea, ma non scompaiono premendo con il dito.
Le petecchie si formano tipicamente nelle aree sottoposte a pressione, come ad esempio sotto la cintura, sulle gambe o sui piedi.

Cos’altro può far pensare che le piastrine siano basse?
In questa situazione la paziente di solito è in grado di ricordare quando ha iniziato a sviluppare gli ematomi. Spesso si associano anche mestruazioni particolarmente abbondanti, che prendono il nome di menorragia.

Cosa fare nel sospetto di piastrine basse?
Basta un semplice esame del sangue per vedere se il numero di piastrine è normale. Possono seguire degli esami più specifici e una visita con l’ematologo.

Alterazioni della coagulazione del sangue

In questi casi gli ematomi spontanei si associano a sanguinamento all’interno dei muscoli e delle articolazioni. Si tratta quindi di problemi clinici più gravi.

In presenza di alterazioni della coagulazione del sangue, gli esami mostreranno un allungamento dei tempi di coagulazione (PT e PTT).
Se è allungato il PT può trattarsi di una malattia del fegato oppure di assunzione di farmaci anticoagulanti.

Se è il PTT ad essere alterato si tratta probabilmente di mutazioni nelle proteine della coagulazione, presenti quindi dalla nascita.
In altri casi il motivo può essere la presenza di sostanze anticoagulanti causate da malattie autoimmuni, infezioni oppure dopo il parto.

Farmaci

L’aspirina è il più comunemente responsabile di ematomi spontanei in quanto riduce il funzionamento delle piastrine. Essa provoca un’anomalia nell’attivazione delle piastrine che dura per tutta la loro vita, quindi circa 10 giorni.

L’Aspirina è il farmaco più comunemente associato a ematomi spontanei

Molte pazienti non danno peso a questo effetto dell’aspirina e ne assumono abbondantemente per tosse o raffreddore, dimenticando che è il farmaco che più di ogni altro danneggia le piastrine. Spesso capita che addirittura dimentichino o neghino di averlo assunto.

L’aspirina condivide la sua azione anti-piastrinica con tutti i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), comunemente usati per dolore e infiammazioni. Bisogna quindi prestare attenzione alla loro assunzione.

Anche altri farmaci possono interferire con le piastrine provocando ematomi spontanei. Alcuni esempi sono gli antibiotici, gli alfa e beta-bloccanti per l’ipertensione, l’eparina sottocutanea, i diuretici e i cortisonici.

Alcool

Grandi quantità di alcolici assunte per un lungo periodo di tempo possono causare alterazioni delle piastrine e delle proteine della coagulazione, provocando ematomi spontanei.

Dieta

La carenza di ferro può associarsi alla presenza di ematomi spontanei e la sua supplementazione con gli integratori migliora il quadro.

Anche la carenza di vitamina C e di zinco causa sanguinamento. Tuttavia, queste situazioni sono abbastanza rare perché si associano a quadri di malnutrizione.

Per quanto riguarda gli alimenti, aglio, cipolla, ginger e caffè possono associarsi ad anomalie nelle piastrine, ma difficilmente provocano alterazioni cliniche visibili. Lo stesso vale per l’olio di pesce.

Gesti autolesivi

Possono essere di due tipi.

L’ingestione volontaria di farmaci anticoagulanti avviene più facilmente in pazienti che sono già in terapia con questi medicinali, ad esempio a seguito di una trombosi venosa profonda.

Si possono osservare però anche gesti autolesivi traumatici, nei casi in cui la paziente si colpisca volontariamente a causa di forte stress o disagi psichici.
Un indizio che rimanda a questa possibilità è la presenza di ematomi sul lato sinistro del corpo in una persona destrimane, o viceversa in un soggetto mancino. Sarebbe infatti impossibile colpirsi sullo stesso arto che si usa per farsi male.

Ricordiamo anche che la presenza di ematomi apparentemente spontanei può sempre essere la manifestazione di un abuso o di una violenza subita.

Ipersensibilità eritrocitaria

Questa particolare malattia si chiama anche sindrome di Gardner-Diamond, dal nome dei due scienziati che la scoprirono negli anni ‘50.

L’ipersensibilità eritrocitaria è una condizione rara e sicuramente sottostimata.
Si caratterizza per la presenza ematomi spontanei dolorosi e ricorrenti che compaiono soprattutto su braccia e gambe. Gli ematomi compaiono dopo stress emotivi o banali traumi, e c’è un’associazione con gli stati di ansia.
Si osservano in rari casi anche emorragie in altri organi, mal di testa e disturbi visivi, ma anche dolori addominali, muscolari e articolari.

L’ipersensibilità eritrocitaria colpisce tipicamente donne dai 15 ai 40 anni, mentre gli uomini sono colpiti 20 volte meno frequentemente. Questo indica, anche qui, un ruolo degli ormoni estrogeni. Essi, infatti, riducono la resistenza di vene e capillari.

Quali sono le cause di questa malattia?
Dal nome stesso sappiamo che si tratta probabilmente di una reazione auto-immunitaria. Infatti, nei soggetti affetti si osservano anticorpi diretti contro i componenti dei globuli rossi (eritrociti).
Quando questi anticorpi colpiscono il bersaglio, si attiva una risposta infiammatoria che provoca gli ematomi e il dolore.
Non raramente questa malattia si associa ad altre patologie auto-immuni.

Ematomi spontanei e lipedema

Questa patologia merita un approfondimento a parte.
Il lipedema è una condizione clinica probabilmente sottostimata e poco conosciuta anche tra i medici, e colpisce praticamente solo le donne.
La sua caratteristica principale è un accumulo abnorme di grasso negli arti inferiori, che crea una forte sproporzione con il tronco. Le pazienti affette vivono con disagio questa conformazione corporea e non riescono a eliminare il grasso nemmeno con la dieta.

Nel lipedema il grasso si accumula nelle gambe creando una sproporzione con il tronco

Il lipedema si caratterizza anche per altri sintomi. Le gambe sono pesanti e dolenti e spesso si osservano ematomi spontanei, segno di una concomitante fragilità capillare.
Inoltre, a differenza del linfedema, il piede non è mai coinvolto e c’è sempre una simmetria tra i due arti.

Quali sono le cause del lipedema?
Non sono note, ma si pensa anche in questo caso che gli ormoni estrogeni abbiano un ruolo fondamentale. Questo spiegherebbe perché il lipedema tende a comparire con la pubertà e a regredire dopo la menopausa.
Anche la predisposizione genetica ha però un ruolo chiave.

Quali sono le sue conseguenze?
Se non controllato con una dieta adeguata, il lipedema può diventare una malattia degenerativa. In questo caso l’accumulo di grasso diventa tale da compromettere anche il drenaggio linfatico delle gambe. Si possono quindi osservare dei gonfiori estremamente importanti che prendono il nome di lipo-linfedema.

Ematomi spontanei: quando insospettirsi?

Come abbiamo detto, nella maggior parte dei casi puoi stare tranquilla perché si tratta di un fenomeno benigno.
Cerchiamo però di capire quando bisogna farsi visitare. I principali elementi da tenere in considerazione sono la sede e la durata degli ematomi spontanei.

Sede

Se gli ematomi compaiono su gambe e braccia allora sono più facilmente  benigni. Se però si manifestano in aree meno esposte a traumi come faccia, collo, addome o schiena, bisogna sempre sospettare una patologia.

Sarebbe anche utile capire se ci sono altre manifestazioni di sanguinamento.
Ad esempio, le pazienti con piastrine basse hanno spesso emorragie nelle mucose (gengive, naso) e petecchie sulla cute. Inoltre, hanno sanguinamenti prolungati subito dopo un trauma.
Se invece ci sono problemi nei fattori della coagulazione, gli ematomi si estendono a muscoli e articolazioni e compaiono alcune ore dopo il trauma.

Infine, se gli ematomi si associano a un aumento significativo del flusso mestruale, allora bisogna sospettare un problema di piastrine basse o malfunzionanti.

Durata

Molto importanti sono la durata e la severità degli ematomi.
Se essi sono presenti da tempo e non ci sono altri sanguinamenti anomali, probabilmente sono benigni. Se invece c’è una recente insorgenza bisogna sospettare una patologia.

Alcune persone lamentano sanguinamento abbondante dopo interventi chirurgici, ma bisogna capire se ci sono altri fattori che possono causarlo. Ad esempio, se durante l’intervento c’è necessità di molte trasfusioni oppure l’emorragia rende necessario un secondo intervento, allora potrebbe esserci un problema.

Ematomi spontanei: come trattarli?

Gli ematomi spontanei senza causa apparente non si possono eliminare alla radice. Tuttavia, può essere utile rinforzare i capillari sanguigni con dei principi attivi naturali. In questo modo si potrà ridurre l’entità dei lividi e accelerarne il riassorbimento.

Quali sono questi principi attivi?
Ci sono degli integratori da prendere per bocca e creme da applicare a livello degli ematomi.
Vediamoli nel dettaglio.

Integratori

Gli integratori utili per gli ematomi spontanei appartengono alla famiglia dei flavonoidi. Si tratta di sostanze di origine vegetale che hanno diverse proprietà.
I flavonoidi rinforzano la parete dei vasi sanguigni, regolano la permeabilità dei capillari e combattono l’infiammazione. Poiché gli ematomi sono causati da fragilità capillare e conseguente infiammazione, i flavonoidi sono un valido aiuto.

I flavonoidi principali sono il Rusco, la Centella Asiatica e l’Escina. Ne ho parlato in questo articolo e in questo.

Creme

Le creme agiscono localmente potenziando l’azione antinfiammatoria degli integratori. Si applicano direttamente sugli ematomi per accelerarne il riassorbimento e quindi la scomparsa.

I principi attivi più importanti contenuti nelle creme sono l’Arnica e la Bromelina.
Vediamo quali benefici danno.

Arnica

L’Arnica Montana è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Si trova ad alte quote in Europa, Asia settentrionale, Siberia e America.

Fiori di Arnica Montana

Le proprietà medicinali dell’Arnica sono note da tempo. Dai suoi fiori si estrae una tintura che si può assumere per bocca o applicare localmente come crema o gel.

Come agisce l’Arnica?
Innanzitutto, ha un’azione antinfiammatoria e analgesica. Le creme all’Arnica sono efficaci su ematomi o contusioni proprio perché riducono l’infiammazione conseguente alla rottura del vaso sanguigno.

Questa pianta ha però anche delle proprietà benefiche sul sangue.
L’arnica ha un effetto anti-trombosi perché interferisce con un composto presente nelle piastrine, ostacolando la loro attivazione.
Ha d’altra parte anche una attività anti-emorragica, come dimostrato da uno studio su giovani donne di 20-35 anni nel quale si è riscontrata una diminuzione delle emorragie post partum.

Il mio consiglio è di applicare una crema all’Arnica a livello degli ematomi per 2-3 volte al giorno, fino al loro riassorbimento.

Bromelina

La bromelina è una proteina che si estrae dalla pianta di ananas.
Anche se presente nel frutto, la sua maggior concentrazione si trova nel gambo dell’ananas. Poiché questa parte della pianta viene di solito scartata, l’estrazione della bromelina è più facile e meno costosa.

La bromelina è presente in grandi quantità nel gambo della pianta di ananas

Le proprietà benefiche della bromelina sono note da più di 70 anni.
Il suo principale beneficio è un’azione antinfiammatoria, motivo per cui è molto spesso usata per ridurre dolore e gonfiore a seguito di infortuni. Questa proprietà è dovuta alla capacità della bromelina di regolare la produzione di prostaglandine, sostanze prodotte in presenza di traumi e infiammazioni.

Molti studi dimostrano l’efficacia della bromelina dopo interventi chirurgici, traumi e in presenza di trombosi venosa superficiale. La sua applicazione riduce i sintomi e accelera la guarigione.
La bromelina ha però anche degli altri effetti positivi.
A basse dosi facilita la coagulazione del sangue, mentre a dosi più alte contrasta l’attivazione delle piastrine e la trombosi.

Come può essere assunta?
Localmente sotto forma di crema, da applicare anche qui a livello degli ematomi per 2-3 volte al giorno.

La bromelina è ben tollerata e poco tossica per l’organismo, anche a dosaggi elevati, e può essere assunta anche per bocca senza significativi effetti collaterali, anche per lunghi periodi.
Il dosaggio è 500 mg per 2-3 volte al giorno.

Conclusioni

Nella maggior parte dei casi gli ematomi spontanei sulle gambe e sulle braccia non sono pericolosi. Si tratta però di un problema estetico non da poco, perchè provoca un certo disagio soprattutto in estate.

Abbiamo visto che si tratta di una problematica per lo più femminile, in quanto legata agli ormoni estrogeni. In questi casi puoi stare tranquilla perchè non si tratta di una patologia degenerativa. Ci sono comunque dei rimedi naturali che possono migliorare la situazione.

In alcuni casi esistono degli indizi che fanno pensare a un sottostante problema di salute. In queste situzioni è meglio rivolgersi a uno specialista e andare a fondo.

Fonti

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2154228/pdf/canfamphys00223-0135.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2145765/pdf/canfamphys00126-0055.pdf

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8240244/pdf/NCI-8-310.pdf

Arnica montana L. – a plant of healing: review (silverchair.com)

R34Y2021N04A0345.pdf (minervamedica.it)

Nutrients | Free Full-Text | Beneficial Properties of Bromelain | HTML (mdpi.com)

 

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